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La Storia

Storia

Primi insediamenti

Le prime tracce di insediamenti umani nel territorio di San Fermo risalgono all’XI secolo a.C..
Prima ancora di chiamarsi Vergosa, la zona dove sorge oggi il comune ebbe nome Nullate, il che lascerebbe supporre la presenza di popolazioni galliche sul territorio. Infatti, si ritiene che il suffisso “ate” sia riconducibile a toponimi di origine celtica.

Reperti archeologici, databili attorno al 1000 a.C., attestano che in questo territorio fiorì la “Civiltà Golasecca“. Numerosi sono i reperti di origine pre-romana ritrovati nelle zone di San Fermo, Rondineto, Prestino e Breccia (capanne, pozzi, tombe e oggetti in pietra e metallo), tutti riconducibili al V secolo a.C. Quando questi agglomerati si fusero diedero vita ad un unico nucleo chiamato “Comum oppidum“. Reperti più tardi testimoniano la conquista romana, avvenuta nel 196 a.C. ad opera del console Marco Claudio Marcello.

Nullate, come borgo del contado comense, seguì le vicissitudini del capoluogo che fu colonia romana della tribù Ufentina. Subì successivamente le invasioni barbariche dei Germani di Odoacre, dei Longobardi di Alboino, dei Franchi di Carlo Magno e dei Sassoni di Ottone, che vi giunsero nel 951.

Immagine storica di Piazza San Fermo

Foto storica raffigurante piazza 27 maggio

Vergosa, amministrativamente assegnato a Porta Sala, fece parte del comune ghibellino di Como (secoli XI e XII) subendo i contraccolpi della sua politica, tra cui: le lotte con Milano; l’alleanza con Federico Barbarossa; le contese tra fazioni interne e la dominazione viscontea e poi sforzesca.

Dal XVI al XIX secolo

Piazza di S. Fermo - foto storica

Foto storica raffigurante il Palazzo Comunale

Dal 1521 al 1706 il paese fu sotto la dominazione spagnola, mentre nel 1714 subì quella degli Asburgo.
Nel 1796 fu dei francesi, mentre nel 1815 fu sotto il dominio austriaco.

San Fermo viene però ricordato soprattutto per la storica Battaglia che si svolse il 27 maggio 1859, nel corso della guerra che vide Francia e Piemonte opposti all’Austria, e che le diede il nome.
In questa occasione il generale Giuseppe Garibaldi alla testa di un nuovo corpo di volontari, denominato Cacciatori delle Alpi, si scontrò contro l’armata austriaca del Generale Urban.

La Battaglia di San Fermo

Il 17 marzo 1859 Garibaldi assunse il comando dei Cacciatori delle Alpi.
Provenendo da Sesto Calende, Garibaldi aveva liberato Varese dopo aver affrontato e respinto, il 26 maggio 1859, la Brigata Rupprecht del tenente maresciallo Karl von Urban.
Il 27 maggio i volontari prendevano la via di Como, allora la città più importante della Lombardia settentrionale e base degli austriaci.
Nell’incertezza, Urban aveva schierato le proprie forze fra San Fermo e Civello.
Garibaldi prese ad avanzare da Varese e giunto a Cavallasca vi pose il proprio quartier generale ed incaricò dell’attacco Medici, comandante del 2º reggimento colà presente.
Di fronte aveva un avamposto austriaco, ben fortificato nell’oratorio del villaggio di San Fermo.
A Cavallasca il generale Medici decise di dare l’assalto su tre colonne, una delle quali comandata dal capitano Carlo De Cristoforis.
L’attacco doveva essere a sorpresa, ma l’inizio prematuro del fuoco da parte di alcuni volontari fece mancare l’effetto e il capitano De Cristoforis fu costretto a lanciare i suoi uomini all’attacco.
Dopo un breve ripiegamento il capitano ripartì all’attacco perdendo la vita. I suoi uomini costrinsero il nemico alla fuga e ad abbandonare la chiesa dove si erano stabiliti. Nel tardo pomeriggio vi fu un altro vano tentativo da parte degli austriaci che così si dovettero ritirare.
La sera il generale Garibaldi entrava in città dall’allora Porta Sala, oggi Via Garibaldi, mentre gli austriaci uscivano da Porta Torre, e ripiegavano su Monza.
Da allora Vergosa fu annesso ai territori dei Savoia e al Regno d’Italia.

San Fermo oggi

Tra gli anni Sessanta e Ottanta San Fermo registrò un incredibile aumento demografico dovuto ad una forte immigrazione da varie regioni.
Oggi nel territorio operano alcune aziende di media importanza e oltre ad alcuni piccoli agricoltori sono presenti anche attività edili di lavorazione del ferro, tinteggiatura e tessitura. Ad oggi sono molti i pendolari che svolgono attività nella vicina Svizzera e nel capoluogo.

Stemma

Stemma San Fermo

Descrizione dello Stemma comunale: semipartito troncato: nel primo, d’azzurro, al santuario di San Fermo, al naturale; nel secondo, di rosso, al monumento per i caduti della Battaglia di San Fermo dell’anno 1859, al naturale; nel terzo, di verde, alle tre stelle di cinque raggi, d’argento, poste due, una.
(Dal D.P.R. di concessione del gonfalone del 10/01/1985)